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Mia cognata e mia moglie: due donne fantastiche... (4)


di brunoroma72
31.05.2014    |    27.347    |    2 9.5
"Le infilai due dita in bocca e lei iniziò a succhiare e leccarmele mentre ora glielo facevo entrare piano, lentamente..."
Nel pomeriggio inviai un messaggio a mia cognata Claudia per sapere com’era andata il suo primo giorno di lavoro “assunta con incarichi speciali… ed è tutta colpa tua!” fu la sua risposta.
Le scrissi di nuovo: “Quindi? C’è stato già un ritorno di fiamma?”. “Sei geloso?”. La mia è solo curiosità… Mi interesso della mia cognatina”. “Ti racconto lunedì mattina se passi da casa mia verso le 9. Buon weedend”-
Era ancora giovedì e non avrei avuto modo né di vederla né di risentirla prima di lunedì e cercai di dimenticare cosa era appena avvenuto quella mattina e cosa sarebbe potuto succedere lunedì prossimo.
Quel lunedì uscii “presto” da casa: il vantaggio dei miei orari elastici e prima di andare al lavoro passai da casa sua verso dopo le 9. I ragazzi erano già a scuola ed eravamo soli in casa, di nuovo.
Mi accolse con un’inaspettata freddezza: “Beh, cosa vuoi? A cosa devo questa visita?”. Ormai avevo conosciuto il suo lato giocoso e questo era uno dei suoi giochetti. “Niente – le risposi – passavo di qui e volevo augurarti un buon secondo giorno di lavoro, a proposito, com’è andato il primo?”.
“Che c’è? Sei geloso ora? Comunque inizio dalla prossima settimana”. In un certo senso si, ero geloso, ma anche morbosamente curioso.
Le mia fantasia aveva già immaginato almeno una decina di scene erotiche tra lei e il suo nuovo datore di lavoro e questa sua reticenza mi stava dando già le prime conferme. Il mio cazzo era già duro e decisi di passare alla maniere forti. Le misi un braccio dietro la schiena e l’avvicinai a me facendole sentire il mio cazzo in tiro e le sussurrai all’orecchio: “Raccontami quanto sei stata troia con il tuo ex”.
“E perché lo vuoi sapere? Non sei già abbastanza eccitato? A me pare di si” mentre la sua mano mi accarezzava i pantaloni… “Il fatto è che voglio sapere quanto sei puttana e a quali tipi di incarichi speciali sei stata incaricata.
“Vuoi parlare? – mi disse – pensavo che fossi passato per fare altro”. Iniziò a baciarmi e a sbottonarmi i pantaloni. In brevissimo tempo la sua mano era sul mio cazzo e me lo stava scappellando a dovere. “Allora, vuoi ancora continuare a parlare, oppure…”. Ora ero io che le sbottonavo i jeans, la feci voltare e appoggiare ad alla porta del salone. La mia mano ormai era dentro i suoi slip e stavo già strizzando il suo clitoride. Tra un bacio e l’altro sul collo le chiesi di dirmi cosa era successo: “Tanto lo so che te lo sei scopato, ma voglio che mi racconti i dettagli”.
“E’ tutta colpa tua, te l’ho detto… Mi hai lasciata con una voglia di cazzo e appena l’ho visto dopo tanto tempo, ho pensato subito a quanto tempo sarebbe passato prima che ci finissi a letto di nuovo”. Tra un mugolio e l’altro, nel frattempo le avevo infilato due dita nella passerina bagnata e le avevo sfilato anche gli slip oltre ai pantaloni. Il suo racconto però continuò: “Inizialmente abbiamo parlato davvero di lavoro. C’è stato solo un tenero saluto da vecchi amici. Che eravamo attratti l’uno dall’altra lo sapevamo già, ma il colloquio di lavoro si è mantenuto fino alla prima telefonata. Mi ha detto – dai rispondi e mettiamoci subito al lavoro – Io non ero pronta, non sapevo nulla della sua attuale attività, ma accettai la provocazione.”
La mie mani ora le avevano sbottonato la camicia e le stavo strizzando i capezzoli mentre continuava il racconto: “Appena risposi al telefono, lui mi si è messo dietro e ha iniziato a stringermi i fianchi e a baciarmi sul collo. Di li a poco le sue mani erano sulle mie tette, ma io cercavo di mantenere la calma a e la concentrazione per proseguire la telefonata. E poi…”
“E poi?” le chiesi. “E poi avevo voglia di cazzo e con il suo mi ci ero sempre divertita in passato, tanto vale stare al gioco e sperare che la telefonata finisse presto. Appena finii con la telefonata mi sono voltata e l’ho guardato appena negli occhi, poi sono scesa e gli ho liberato il cazzo”. Anche io mi ero tolto i pantaloni e la maglietta ed eravamo tutti e due, nudi e in piedi. Presi il mio cazzo in mano e glielo puntai dritto in fica. “Continua il racconto, dai…”
“Ho iniziato a scappellarlo per bene e a leccarglielo, aaahhh”. Le ero entrato dentro con tutto il mio cazzo, la sua fica era bagnatissima. “Continua a raccontarmi…”
“Gli ho leccato tutto il cazzo e anche le palle, aaaah, si, così, sbattimiiii”. Glielo stavo sbattendo da dietro tenendola per i fianchi. “Fammi vedere come glielo leccavi”. Le infilai due dita in bocca e lei iniziò a succhiare e leccarmele mentre ora glielo facevo entrare piano, lentamente.
“Poi mi tirata su per i capelli e mi ha portata sul divano dell’ufficio, mi ha spogliata e mi ha fatto sedere allargando le gambe. Mi ha spostato l’intimo di pizzo che mi ero messa e ha iniziato a leccarmela allargandomela con le dita.”.
Le presi anche io per il collo e la portai in salotto e mi sedetti sul divano. Tenni con una mano il cazzo dritto verso di lei e la mia cognatina, allargando le gambe ci si adagiò sopra lentamente. Le sue tette erano a portata della mia bocca e iniziai a strizzargliele leccandole e mordicchiandole i capezzoli sempre più duri.
“Succhiami il cazzo con la tua fica e continua a raccontare…”
“A quel punto ero davvero fradicia e volevo il suo cazzo, così l’ho allontanato e mi sono inginocchiata sui cuscini del divano con le mani appoggiata alla spalliera. Ho coperto il mio buchino con una mano, tanto per esser chiara e ho aspettato la sua cappella.”
“ahhhh, si , così, anche tu hai un bel cazzone.” Intanto se la stava facendo sbattere muovendosi su e giù con il suo bacino.
“La sua cappella è arrivata subito, calda e grossa e ha iniziato a farsi largo con tutto il suo cazzo tra le labbra della mia fica. Stavo impazzendo, era tanto che non prendevo il suo grosso cazzo e mi sono sporta indietro per prendermelo tutto fino in fondo.”
“Sei proprio una gran puttana” le dissi mentre con le mani sui suoi glutei assecondavo la sua cavalcata sul mio di cazzo”.
“Siamo andati avanti per un po’, ma per poco, perché la vista del mio culo l’ha sempre fatto eccitare troppo. Ho capito che stava per venire e allora mi sono sfilata il suo cazzo e da brava segretaria ho concluso il mio lavoro, segandolo per bene fino a farlo venire.”
“Tutto qui? Praticamente solo una sveltina.”
“Esatto, ma come primo giorno di lavoro non potevo mica esagerare. Così da brava segretaria ho ripulito tutta la sua cappella e gli ho chiesto se ero stata assunta…”
“Sei proprio una gran troia!”
“Lo so, ma che ci posso fare? Il cazzo mi piace proprio…”. Ormai aveva preso lei il controllo della situazione e ondeggiava con i suoi fianchi facendo dei circoli sul mio cazzo e anche avanti e indietro.
Non ero sicuro se stava scopando realmente con me oppure se stava ricordando il suo ex, ma una cosa era certa, era innegabile. A mia cognata Claudia, il cazzo le piaceva proprio…
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